Arriva dal Regno Unito il mini computer che sogna in grande e vuol favorire la diffusione della programmazione informatica.
Concettualmente più simile ad un software che ad un componente hardware o ad un computer, Raspberry Pi è un mini computer ideato e realizzato nel Regno Unito dall'omonima fondazione.
Che cos’è Raspberry Pi?
Si tratta di una scheda di dimensioni simili a una carta di credito che può essere collegata a un televisore o a un monitor e svolgere una serie di funzioni tipiche di un computer tradizionale. Può essere utilizzata per eseguire attività d’ufficio, come la stesura di documenti o la creazione di fogli di calcolo per tenere traccia delle spese mensili, o per la riproduzione di video e film in alta definizione (fino a una risoluzione di 1920x1080, cioè in formato HDTV).
Il dispositivo è nato con l’obiettivo di promuovere l’apprendimento della programmazione a tutte le età (Pi si riferisce a Python, un linguaggio di programmazione ad alto livello orientato agli oggetti). Grazie al suo costo accessibile (35 dollari per il Modello B e 25 dollari per il Modello A), Raspberry Pi è diventato un punto di riferimento per molte istituzioni educative, che possono adottarlo senza dover affrontare un grande investimento economico.
La storia di Raspberry Pi
Sebbene le sue radici risalgano ai primi anni del 2000, Raspberry Pi è stato ufficialmente lanciato nella seconda metà del 2011. Nell’agosto di quell’anno, sono state prodotte le prime 10 schede Raspberry Pi in versione Alfa (termine tecnico che indica un software o un componente hardware in fase di sperimentazione, le cui caratteristiche non sono state ancora completamente sviluppate o testate).
Dopo una fase iniziale di assemblaggio e debugging, queste schede sono state utilizzate per dimostrare al pubblico le potenzialità di un mini computer. Su Raspberry Pi è stata installata Debian, una delle distribuzioni Linux più potenti e “esigenti” (in termini di risorse di sistema), utilizzata per giocare a Quake 3 in alta definizione e per proiettare film in alta definizione attraverso una porta HDMI.
Nel dicembre 2011, il progetto Raspberry è entrato nella fase Beta (termine che indica un progetto ancora in fase di sviluppo, le cui funzionalità sono state però testate da esperti e dalla comunità di utenti). Sono state prodotte 25 schede Raspberry e utilizzate per eseguire diverse distribuzioni Linux, per mostrare filmati in alta definizione (1080p) e per effettuare test con il software di benchmark Rightware Samurai OpenGL ES. Pochi giorni dopo, le prime 10 schede Raspberry uscite dalla catena di produzione sono state messe all’asta su eBay, raccogliendo fondi per 16.000 sterline, nonostante un prezzo di listino di poco superiore alle 20 sterline ciascuna.
La distribuzione delle prime 10.000 Raspberry Pi Model B, prodotte in Cina e Taiwan per accelerare i tempi, è iniziata il 29 febbraio 2012. I siti web dei due distributori inglesi sono stati sommersi da un numero inaspettato di visite: si dice che alla fine della giornata siano state superate le 2 milioni di richieste di accesso, tanto che uno dei gestori è stato costretto a chiedere agli utenti di non aggiornare continuamente la pagina per evitare di peggiorare la situazione.
Tre mesi dopo il lancio, erano già state consegnate 20.000 schede Raspberry Pi. A luglio 2012, la produzione ha raggiunto quota 4.000 mini computer al giorno e la produzione è stata spostata dal sud-est asiatico al Regno Unito.
A settembre 2012, il numero di schede Raspberry Pi vendute ha raggiunto il mezzo milione, mentre un anno dopo, nell’ottobre 2013, la fondazione ha annunciato di aver superato la soglia di 1 milione di Raspberry Pi prodotte.
Al momento, sono disponibili due modelli di Raspberry Pi, il Modello A e il Modello B. Il Modello B è stato il primo a essere sviluppato e commercializzato.
Entrambi i modelli sono equipaggiati con un SoC (Sistema su un Chip) Broadcom BCM2835, che include il processore, la GPU (Unità di Elaborazione Grafica) e la RAM.
Il processore è un core ARM1176JZF-S che opera a 700 Mhz, mentre la GPU è gestita dal chip Broadcom VideoCore IV. L’alimentazione del mini computer viene fornita da un alimentatore esterno collegato alla scheda attraverso un ingresso micro USB da 5 Volt. Sia il Modello A che il Modello B sono dotati di un connettore jack da 3.5 millimetri per l’audio, un connettore RCA composito e un ingresso HDMI per l’output video, e uno slot SD per le schede di memoria flash.
La differenza principale tra i due modelli risiede nel numero di porte USB disponibili, nella presenza di un controller Ethernet 10/100 e nella quantità di RAM installata. Il Modello A dispone di una sola porta USB, 256 megabyte di RAM e non ha una porta Ethernet, mentre il Modello B dispone di due porte USB, 512 megabyte di RAM e un controller Ethernet, che permette di collegare direttamente il mini computer a Internet.
Il software di Raspberry Pi
Raspberry Pi è stato progettato per eseguire principalmente distribuzioni Linux. A partire dal luglio 2012, la Raspberry Foundation consiglia l’utilizzo della distribuzione Raspbian, sviluppata dai programmatori della fondazione stessa per ottimizzare l’uso delle specifiche hardware del mini computer.
Raspbian, basata sulla distribuzione Debian 6.0, può essere caricata su una scheda SD e utilizzata per far funzionare il piccolo computer prodotto nel Regno Unito senza dover pagare licenze d’uso. Essa utilizza l’ambiente desktop LXDE e il browser Midori, oltre a vari strumenti per la programmazione e software di produttività.
Naturalmente, Raspbian è solo una delle molte opzioni disponibili per utilizzare Raspberry Pi.
Nel corso dei mesi, la comunità di utenti ha sviluppato versioni personalizzate per Raspberry Pi delle distribuzioni Linux più popolari, come Fedora e Arch Linux. Per sfruttare le capacità multimediali e di media center domestico, possono essere utilizzate distribuzioni come OpenELEC e RaspBMC.
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