Che cos’è il mining di criptovalute? Per comprendere appieno il significato della parola mining dobbiamo far riferimento in primo luogo all’origine stessa del termine.
Nella lingua inglese infatti “to mine” vuol dire estrarre, facendo riferimento proprio alle miniere d’oro risalenti alla fine dell’Ottocento.
Ad oggi, il termine mining viene proprio utilizzato per indicare un processo di estrazione e di calcolo decentralizzato finalizzato all’elaborazione, alla verifica ed infine alla protezione di tutte le transazioni che coinvolgono le criptovalute.
I “minatori” (o miners) di monete virtuali si occupano di dare origine a questo processo e di portare a termine transazioni di ogni tipo di criptovaluta.
Gli stessi miners possono decidere di eseguire tale processo attraverso il mining solitario o scegliere di servirsi invece di una mining pool, garantendo una corretta potenza di calcolo a seconda della complessità strutturale della gestione dei vari compiti.
Ne consegue che con l’espressione “minare criptovalute” si intende proprio la capacità di dare origine a nuove unità con il fine ultimo della convalida di ogni operazione che avviene all’interno della blockchain.
L’obiettivo principale e primario di questo processo è proprio quello di individuare nuovi blocchi della catena, identificando i nodi della rete al fine di conseguire nuovi token (Bitcoin, Ethereum Classic, Ravencoin, ecc..).
I miners con i loro dispositivi hardware (Rig GPU o Antminer) riescono a risolvere una serie di problemi matematici molto complessi ed articolati raggiungendo il proprio obiettivo ed “estraendo” un nuovo blocco.
È importante sapere che tutto questo processo è assolutamente sicuro.
Per riuscire a garantire tale sicurezza e la massima affidabilità del mining, tutte le transazioni vengono inserite in un registro pubblico, seguendo un criterio puramente cronologico.
Si rende necessario ricordare, inoltre, che non tutte le criptovalute sono soggette al controllo e alla supervisione delle autorità di vigilanza governative, è pertanto consigliato fare mining con un Pc dedicato solo a tale attività, che non contenga alcun dato sensibile. Quando ci si collega ad una mining pool, si è comunque è più scoperti e vulnerabili a livello di sicurezza informatica.
Per raggiungere i loro obiettivi, i miners si confrontano sempre con degli algoritmi matematici e la loro abilità è quella di prevedere un valore da aggiungere alle altre informazioni presenti nel blocco, che genera poi un codice denominato hash.
Il codice hash è un numero esadecimale formato da 64 cifre tra lettere (dalla A alla F) e numeri. Questo è un codice univoco la cui utilità è quella di riconoscere il blocco e garantire protezione ai dati trasferiti su una rete.
Nel momento in cui il miner o la mining pool (che come vedremo si tratta di un gruppo organizzato di miners) “scoprono” uno dei numeri mancanti nell’hash, allora il blocco può essere validato.
In questo modo validatori dovranno confermare l’esattezza del risultato in modo da attaccare il nuovo blocco alla catena già presente.
Ed è proprio questo il significato del termine Proof-of-Work, il termine è stato coniato per indicare la “ricompensa” per il minatore che ha risolto l’algoritmo.
Per ulteriore chiarezza, portiamo l’esempio di Bitcoin e della sua blockchain.
Infatti, per la criptomoneta citata viene creato un nuovo blocco ogni 10 minuti. Si prevede che entro il 2140 verrà minato e immesso in circolazione l’ultimo Bitcoin, ma già ad oggi tante cose stanno cambiando. I miners sono sempre di meno e sempre più strutturati a livello aziendale, in pochi possono permettersi mining farm profittevoli nel lungo periodo.
Che cosa serve per poter eseguire il mining di criptovalute? Passiamo ora a parlare della strumentazione pratica, bisogna sapere che per eseguire il mining di criptovalute, i miners hanno bisogno di dotarsi di particolari strumenti, rispettando determinati passaggi.
Il punto di partenza è quello di fare un corso sul mining specifico per svolgere tale attività.
Poi si passa all’acquisto di hardware con elevatissime capacità di calcolo nonché di un sistema di raffreddamento adatto.
Il terzo passaggio è l’installazione di un software finalizzato ad eseguire il mining di criptovalute, e in seguito aprire un wallet dove far arrivare le nostre ricompense. Data la premessa, è assolutamente indispensabile dotarsi di più schede video o di uno o più antminer e di un software di elaborazione dati adeguato.
Quarto ed ultimo passaggio, affidarsi ad una figura con esperienza per i primi tempi.
Non tutte le criptovalute sono semplici e profittevoli da minare. Con riferimento specifico a Bitcoin, si stima che ogni 4 anni circa, la ricompensa del mining si dimezzi, riducendo i guadagni dei minatori. Questa fase prende il nome di “halving”.
In ultima analisi, tutto il processo viene complicato dal costo della corrente elettrica necessariamente assorbita dalla strumentazione per minare incessantemente le criptovalute. Non stiamo dicendo che fare mining sia impossibile, ma sicuramente tale attività richiede un grande investimento e si deve essere pronti a gestire la propria mining farm con pannelli fotovoltaici o fonti di energia a basso costo.
Le mining pools
Facciamo qualche considerazione sulle modalità in cui può essere eseguito il mining.
Fare mining singolarmente potrebbe risultare molto dispendioso e complesso.
Infatti, la potenza di calcolo del PC rappresenta meno dello 0,001% della potenza di calcolo della rete. Questo significa che prima di riuscire a validare un determinato blocco, può passare molto tempo, rendendo impossibile l’estrazione di criptovalute.
Per ovviare a questo inconveniente e per riuscire ad ottenere dei guadagni non raggiungibili singolarmente, vengono create delle società dette mining pools, le quali gestiscono gruppi di minatori, in modo tale da permettere di riunire la potenza di calcolo dei vari miners, attraverso un server di collegamento che consente di mantenere costante il ritmo della produzione dei blocchi.
Quale criptovaluta minare per iniziare?
Se ci si sta domandando inoltre quale criptovaluta conviene minare, la risposta è non è semplice e scontata, recentemente Ethereum, la punta di diamante dei miners, è passata dalla Pow (proof of work) alla Pos (proof of stake) azzerando di fatto tutta l’attività di mining che ne sosteneva l’ecosistema.
Se si intende entrare a far parte di questo mondo tanto affascinante quanto complesso, il consiglio è quello di affidarsi ad esperti del settore, valutandone con attenzione le reali competenze e conoscenze.
In questo ambito infatti bisogna fare molta attenzione a coloro che si fingono miners di alto livello, senza avere nessuna reale specializzazione o competenza in ambito informatico.
Ci sono concetti di conoscenza delle Gpu, durata nel tempo, alimentazione, temperature massime, benchmark della GPU, overclocking e tanto altro.
Tutto ciò viene complicato dal fatto che questo è un mondo in continua evoluzione e come vedremo, richiede spesso rapidità nel cambio di criptovaluta minata o di attrezzatura hardware.
In conclusione, bisogna fornirsi sempre delle giuste guide e di una adeguata preparazione teorica e pratica per ottenere ricompense da queste “miniere” virtuali perché il rischio di non rientrare nell’investimento è sempre molto elevato.
Il consiglio è quindi di fare sempre una consulenza preliminare con i nostri esperti del team di Star Consulting.