COME LA TECNOLOGIA STA TRASFORMANDO LE STRATEGIE DELLE SOCIETÀ SPORTIVE
- Star Consulting
- 27 mar
- Tempo di lettura: 7 min

Nel corso dell’ultimo decennio, il mondo del calcio ha intrapreso un viaggio senza precedenti verso l’adozione massiccia di tecnologie di analisi dati e intelligenza artificiale (IA).
Ciò sta interessando ogni aspetto del gioco, dal training quotidiano alla valutazione delle prestazioni in partita, fino alle scelte di mercato e alla gestione finanziaria dei club.
Questa “rivoluzione dei dati” può essere osservata su molti campi di allenamento, tra cui quello del Burnley Football Club, dove la fusione tra scienza, tecnologia e sport sta dando vita a un vero e proprio laboratorio di innovazione.
Sempre più spesso, infatti, i centri sportivi inglesi – così come quelli di moltissimi altri Paesi – vengono affiancati da strutture specializzate nell’analisi biomeccanica, nell’acquisizione di dati via GPS e nel monitoraggio delle performance atletiche.
È il caso del Burnley, dove un laboratorio di ricerca applicata trova dimora accanto ai campi di allenamento.
Stando ai numeri riportati in diverse interviste e articoli di settore, la società ha investito circa 10,6 milioni di sterline per rinnovare il proprio centro di allenamento, noto come Barnfield Training Centre, inaugurato attorno al 2017.
L’area si estende per oltre 29 acri, ospita sei campi regolamentari e include strutture per l’analisi di dati, sale video e spazi dedicati all’Academy.
Qui, i giocatori delle squadre giovanili (e talvolta della prima squadra) partecipano regolarmente a test che generano enormi quantità di informazioni: si parla di oltre un milione di parametri per partita, senza contare i dati raccolti durante gli allenamenti o i test in laboratorio.
Inoltre, si stima che ogni anno il club coinvolga decine di giovani talenti inglesi e internazionali in prove selettive e tornei giovanili, con l’obiettivo di scoprire la prossima stella calcistica in un bacino sempre più globale.
Il fenomeno non riguarda soltanto il calcio.
Sport come Formula 1, basket e cricket da tempo hanno introdotto sofisticati strumenti di analisi per migliorare la competitività dei singoli atleti e dei team.
Adesso, anche nel calcio, questa tendenza sta diventando una componente essenziale per ottenere vantaggi di gioco, massimizzare il rendimento in campo e ridurre il margine d’errore nelle valutazioni dei calciatori.
L’era dei “big data”: monitorare i giocatori fino ai minimi dettagli
Il cuore della rivoluzione in atto è rappresentato dalla mole di dati raccolti su atleti e squadre.
Dai match ufficiali ai semplici allenamenti, i movimenti di ogni calciatore vengono tracciati attraverso telecamere ad alta definizione o sistemi GPS inseriti nelle pettorine che gli atleti indossano sul terreno di gioco.
Ogni passaggio, ogni sprint, ogni contrasto, persino la postura del corpo e la direzione dello sguardo possono essere catturati.
Questi dati consentono alle società di analizzare aspetti fisici, tattici e tecnici mai così minuziosamente.
Nel caso del Burnley, i giocatori delle giovanili eseguono regolarmente test in laboratorio che misurano parametri come l’elasticità muscolare, la forza esplosiva, la velocità di scatto e la capacità di cambio di direzione.
Grazie a queste informazioni, gli allenatori e il personale di supporto possono costruire piani di lavoro personalizzati per ciascun ragazzo, lavorando in modo mirato sulle debolezze emerse dai test.
Per esempio, se un Under 14 mostra un potenziale elevato nella corsa, ma risulta carente nello stacco da fermo, sarà indirizzato verso esercizi specifici per incrementare la forza esplosiva.
Dopo alcuni mesi, lo stesso atleta tornerà in laboratorio per un confronto tra i dati pre e post allenamento, valutando i miglioramenti e affinando ulteriormente il piano di sviluppo.
AI e computer vision: nuovi orizzonti per lo scouting
Un impatto rivoluzionario si è avuto soprattutto nello scouting, ossia nella scoperta e valutazione di giovani promesse.
Da sempre, quest’ambito si è basato sull’esperienza e l’intuito di osservatori esperti, in grado di scovare futuri campioni su campi isolati o tornei minori.
Negli ultimi anni, però, l’adozione di piattaforme IA e tecniche di computer vision ha permesso di scalare questo processo su larga scala.
Un esempio è la società di sport science ai.io, che ha elaborato sistemi avanzati di analisi video capaci di restituire metriche su agilità, velocità, controllo palla e molte altre caratteristiche di gioco.
I giovani interessati a farsi notare possono inviare brevi filmati dei propri allenamenti o partite, e il software, caricato sul cloud, estrae e cataloga i parametri rilevanti.
Questo innovativo sistema fornisce un riscontro immediato all’atleta, con un punteggio di riferimento basato su benchmark professionali.
Per un club come il Burnley e il Chelsea (che sfrutta la stessa tecnologia), diventa così possibile confrontare i numeri dei nuovi aspiranti talenti con i dati dei giocatori già sotto contratto, ottenendo una scala di valori omogenea.
Oltre a un’ovvia comodità, l’impiego dell’IA rende più meritocratico e diffuso l’accesso alle opportunità: non è più strettamente necessario che lo scout “giusto” sia nel posto “giusto” al momento “giusto”.
Chiunque può caricare un video e, se i parametri risulteranno in linea con le esigenze di un club, la tecnologia farà il resto.
Rimane comunque indispensabile l’occhio umano, ma la IA funge da “filtro” che velocizza la prima selezione, riducendo il rischio di lasciarsi sfuggire potenziali gemme.
Dallo scouting alla gestione finanziaria: il supporto dei dati
La crescente attenzione verso l’uso strategico dei dati nel calcio non riguarda solo il lato sportivo, ma anche quello economico.
Gli investimenti nel settore calcistico sono in costante aumento: diritti TV, sponsorizzazioni, marketing globale e trasferimenti milionari fanno sì che i club abbiano flussi di denaro mai visti prima.
Paradossalmente, pochi club riescono a generare profitti significativi, poiché gran parte dei ricavi viene reimmessa in salari e campagne acquisti spesso costosissime.
La conseguenza è che le società non possono più permettersi di sbagliare investimenti da decine di milioni di euro per un singolo calciatore.
Ecco perché la ricerca di efficienza è diventata cruciale.
Squadre come il Liverpool, in Inghilterra, e il Brentford, guidato da proprietari con un background legato all’analisi di dati sportivi, hanno dimostrato come un uso mirato delle statistiche possa contribuire a ridurre l’errore negli acquisti e a massimizzare il rapporto qualità-prezzo.
Ian Graham, ex direttore della ricerca del Liverpool, ha spesso sottolineato l’importanza dell’analisi comparata dei giocatori per misurare oggettivamente il contributo reale di un atleta. Pur riconoscendo che anche con i migliori modelli previsionali un trasferimento può fallire per fattori esterni, l’analisi dati permette di abbassare la percentuale di fallimenti, storicamente molto alta (si stima che oltre la metà dei trasferimenti non dia i risultati sperati).
Giovani talenti, accademie e futuro
Un altro aspetto rilevante è l’investimento nelle giovanili.
Club piccoli e grandi hanno capito che, invece di spendere cifre folli su giocatori affermati, possono ottenere vantaggi economici e tecnici formando in casa le stelle del futuro.
Con l’aiuto della tecnologia, i responsabili delle academy hanno un quadro chiaro delle qualità di ogni singolo ragazzo: possono identificare, ad esempio, chi emerge per reattività e velocità di pensiero e chi, invece, possiede un maggiore potenziale fisico.
L’analisi dati rende più semplice capire in quale ruolo un giovane possa esprimersi al meglio, individuando lacune e punti di forza per fornire un aiuto costante a preparatori e allenatori.
I dati, uniti a una visione strategica, possono anche orientare i giovani atleti che scoprono di avere caratteristiche fisiche più adatte a determinati ruoli o, in alcuni casi, addirittura a sport diversi. Questo approccio evita la dispersione di talenti e punta a ottimizzare le possibilità di crescita di un ragazzo, trasformando un appassionato in un professionista di successo, se i numeri e la dedizione lo consentono.
Dai dati all’efficienza competitiva
Per le società, il valore dei big data non si esaurisce nello scouting e nella formazione.
Sempre più spesso i reparti di analisi si affiancano allo staff tecnico durante la preparazione di una gara. Prima di affrontare un avversario, gli analisti passano al setaccio i dati delle recenti partite della squadra rivale: posizione media dei calciatori in campo, tendenze tattiche, zone di debolezza difensiva, pattern ricorrenti.
Tutto viene catalogato e tradotto in suggerimenti pratici per l’allenatore.
È un vero e proprio “modello di gioco” basato sull’evidenza statistica, che integra e non sostituisce l’esperienza dei tecnici.
Nel corso di un match, anche gli eventi in tempo reale possono essere monitorati e analizzati per modificare strategie e sostituzioni.
Il confine tra sport e tecnologia si fa sempre più sottile, e la velocità con cui queste informazioni possono essere comunicate allo staff tecnico è un fattore cruciale.
La sfida per i club: vincere nel mercato dei dati
Oggi, molti club si sono dotati di reparti interni per l’analisi dati, ma non tutti riescono a sfruttarli al meglio.
Come in altri settori – si pensi alla finanza o all’e-commerce – non conta soltanto raccogliere una grande quantità di informazioni, ma anche saperle interpretare con disciplina e metodo. L’errore più comune è disporre di tanti numeri senza avere un sistema chiaro su come integrarli nel processo decisionale.
I casi di successo (Liverpool, Brentford e diversi club statunitensi, i cui proprietari sono cresciuti in ambienti dove l’analisi sportiva è la norma) dimostrano che una solida cultura dei dati può portare a risultati sportivi ed economici rilevanti, spesso con budget inferiori a quelli di club più “distratti” o meno sensibili alle innovazioni.
È evidente che le società in ritardo rischiano di subire un impatto negativo in futuro, trovandosi a competere con avversari che fanno della tecnologia una leva strategica.
Guardare avanti: l’unione tra ia e intuizione umana
L’orizzonte prossimo futuro appare ricco di ulteriori novità.
Le tecnologie di computer vision sono destinate a diventare più accurate, arrivando a individuare micro-movimenti del corpo.
L’intelligenza artificiale, invece, potrà elaborare enormi quantità di dati in tempo quasi reale, producendo analisi predittive sempre più raffinate.
Se oggi già possiamo sapere quanti chilometri corre un calciatore e con quanta intensità, fra qualche anno potremmo scoprire i suoi livelli di stress fisico e cognitivo minuto per minuto, incrociando le informazioni con parametri ambientali e personali.
Al tempo stesso, l’elemento umano resterà insostituibile. L’IA e i modelli matematici forniscono analisi, suggerimenti e previsioni; ma la decisione finale su come e quando intervenire, su quali giocatori puntare o su come disporre la squadra in campo, necessita di sensibilità ed esperienza che difficilmente una macchina potrà sostituire del tutto.
La strada più probabile è quella di una sinergia sempre più stretta: un binomio inscindibile tra la capacità analitica dell’intelligenza artificiale e l’occhio esperto di allenatori, direttori tecnici e preparatori.
Noi di Star Consulting, con la nostra passione per l’informatica e l’analisi dati sportiva, guardiamo a queste evoluzioni con grande interesse.
Per chi si occupa di sport trading e vuole capire le dinamiche del calcio attuale (e potenzialmente di altre discipline), risulta fondamentale cogliere come le tecnologie di raccolta e interpretazione dei dati stiano ridefinendo l’approccio all’allenamento, allo scouting e alla pianificazione societaria.
Oggi è più che mai evidente che le decisioni non possano più basarsi soltanto sull’istinto.
I database, sempre più ricchi e completi, offrono a club e analisti la possibilità di prevedere l’andamento delle prestazioni individuali e collettive, riducendo così l’incertezza.
La sfida più grande consiste nell’integrare questi risultati in una visione sportiva di lungo periodo, capace di valorizzare gli atleti a 360 gradi e di dare ai club un vantaggio competitivo sostenibile.
L’approccio data-driven, un tempo marginale, è destinato a diventare il cuore della strategia vincente, non solo per le grandi potenze economiche del calcio, ma anche per le squadre che, grazie a dati e intelligenza artificiale, possono finalmente colmare il divario con i club più blasonati.
E se nel futuro prossimo vedremo sempre più giovani scovati “a distanza” o valorizzati attraverso analisi personalizzate, sarà la conferma che la fusione tra IA, tecnologia e competenza umana è ormai imprescindibile per costruire il successo delle società sportive.