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SPORT DATA ANALYST: L'IMPORTANZA DI “SENSIBILITÀ” E “SPECIFICITÀ”

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Nel mondo dello sport trading avanzato, la costruzione di una strategia efficace non può prescindere da un’approfondita analisi dei dati.

Analogamente a quanto avviene nel settore medico con i test diagnostici, anche nelle operazioni di trading sportivo si devono valutare indicatori che ci aiutino a distinguere le situazioni “buone” da quelle “cattive”.


Se in ambito statistico questi indicatori prendono il nome di sensibilità e specificità, nel contesto sportivo possiamo interpretarli come la capacità di un modello di rilevare con precisione i segnali profittevoli e di evitare al contempo falsi allarmi.

In questo approfondimento ti mostreremo come gli stessi ragionamenti matematici (comprese formule e definizioni) possano essere applicati alle strategie di sport trading, sottolineando l’importanza del backtest nel validare, con rigore quantitativo, le nostre ipotesi di profitto.


Sensibilità e specificità applicate al trading sportivo

Nel contesto medico, la sensibilità si definisce come la probabilità che un test diagnostico risulti positivo dato che il soggetto è effettivamente malato.

Tradotto in chiave sportiva, potremmo riferirci alla capacità del nostro modello di individuare correttamente i segnali di profitto quando questi sono effettivamente presenti.

Un buon sistema di previsione, insomma, dovrebbe identificare la maggior parte delle opportunità vincenti (evitando di “tralasciare” quelle più profittevoli).


La specificità, invece, è la probabilità che un test risulti negativo dato che il soggetto è sano.

Portando questa definizione nei mercati sportivi potremmo dire che ciò corrisponderebbe alla capacità di evitare segnali che non porteranno a un profitto reale.

L’errore da scongiurare quindi è la cosiddetta “falsa positività”, cioè il segnale di un’opportunità che sembra profittevole ma che in realtà non lo è.


Proviamo a formalizzare queste grandezze in nell'ambito dello sport trading:

  • Vero Profitto (VP): casi in cui il modello prevede un profitto e, di fatto, il trade genera effettivamente guadagni.

  • Falso Profitto (FP): casi in cui il modello segnala un profitto, ma il risultato finale è una perdita o un guadagno trascurabile.

  • Profitto Mancato (PM): casi in cui il modello non segnala un profitto, ma invece l’operazione si sarebbe rivelata vincente.

  • Vero Non Profitto (VNP): casi in cui il modello non segnala un profitto e, in effetti, il trade sarebbe risultato in perdita.


A partire da queste definizioni, possiamo definire due formule:

  1. Sensibilità (SEN) = VP / (VP + PM)

    • La formula misura quanti “veri profitti” il modello è in grado di individuare su tutti i profitti potenziali esistenti.

  2. Specificità (SPE) = VNP / (VNP + FP)

    • La formula misura quanto il modello riesce a evitare i “falsi profitti” su tutti i potenziali non profitti.


La sensibilità diventa utile per capire se il nostro sistema di trading sta perdendo opportunità di mercato.

La specificità, invece, indica la capacità di non inciampare in segnali che appaiono buoni, ma non lo sono.


Falsi positivi e falsi negativi: implicazioni nello sport trading

Un sistema di previsione con alta sensibilità ma bassa specificità potrebbe generare un gran numero di operazioni “vincenti”, ma anche molti falsi segnali che portano a perdite.

In altre parole, se la strategia è troppo “inclusiva” (cioè tende a generare molti trade), si rischia di incorrere in un eccesso di operazioni poco o per nulla profittevoli.

Viceversa, un modello con alta specificità ma bassa sensibilità eviterà molti falsi segnali di profitto, tuttavia potrebbe lasciarsi sfuggire opportunità importanti.

Ciò si verifica quando si adottano criteri troppo stringenti, col risultato di non cogliere buona parte degli eventi realmente profittevoli.


I costi di un errore dipendono anche dal capitale a disposizione e dalla propensione al rischio del singolo trader.

Se si volessero minimizzare a tutti i costi le perdite, potrebbe avere senso puntare a un sistema che massimizzi la specificità.

Se invece si vuole massimizzare la probabilità di cogliere ogni occasione di guadagno (accettando alcuni falsi positivi), potrebbe essere preferibile puntare a una sensibilità più alta.


L’importanza del backtest nella validazione matematica

Proprio come in medicina si conducono studi clinici per validare un test diagnostico, nello sport trading è fondamentale effettuare un backtest rigoroso.

Il backtest consiste nel mettere alla prova una strategia su dati storici, valutandone la performance e calcolando parametri statistici come la sensibilità e la specificità analoghe a quelle definite sopra.

Molti trader, affascinati da un nuovo modello di previsione, compiono l’errore di lanciarlo direttamente su un mercato reale senza un’adeguata fase di testing.

Invece, un backtest svolto con metodologie corrette permette di:

  1. Verificare la robustezza del modello: simulando le prestazioni su set di dati passati, possiamo vedere come reagisce a varie condizioni di mercato (partite sbilanciate, quote in movimento, variazioni improvvise di statistica ecc.).

  2. Calcolare sensibilità e specificità: individuare la “bontà” dei segnali generati dal modello e capire quanto essi siano stabili.

  3. Evitare l’overfitting: come un test clinico sovraddestrato può riconoscere solo un particolare tipo di patologia, così una strategia di trading overfittata identifica un pattern che potrebbe non ripresentarsi in futuro.

  4. I parametri statistici ci aiutano a individuare eccessi di adattamento ai dati storici.


Matematica delle previsioni e potere predittivo

Nell’analisi statistica di uno scenario di sport trading, non ci si limita a sensibilità e specificità.

Altri indicatori fondamentali possono derivare da:

  • Positive Predictive Value (PPV) = VP / (VP + FP), che indica quante previsioni di profitto sono effettivamente corrette, tra tutte quelle segnalate come profittevoli dal modello.

  • Negative Predictive Value (NPV) = VNP / (VNP + PM), che calcola l’accuratezza del modello nel prevedere l’assenza di profitto.

In ambito sport trading, un PPV alto significa che gran parte delle operazioni aperte (perché considerate favorevoli) effettivamente si rivelano profittevoli.

Un NPV elevato, invece, vuol dire che nella maggioranza dei casi in cui il modello non segnala nulla di interessante, effettivamente non c’era un guadagno da cogliere.

Questi parametri vanno letti sempre in abbinamento alla distribuzione delle quote, dei mercati disponibili e del volume di scambio.

Talvolta, migliorare un indice (ad esempio il PPV) può peggiorarne un altro (ad esempio la sensibilità), e occorre trovare il giusto equilibrio.


Campioni di dati e dimensioni statistiche

Come in qualsiasi ricerca basata sulla statistica, anche nello sport trading è fondamentale disporre di un campione di dati abbastanza ampio e variegato.

Se i dati storici sono troppo pochi o troppo omogenei (ad esempio si analizzano solo partite di un singolo campionato con una certa conformazione), i risultati del backtest potrebbero sovrastimare o sottostimare la performance reale.


Un altro aspetto correlato è la selezione del periodo di riferimento.

Un modello che funziona bene in un certo lasso temporale potrebbe non performare allo stesso modo in un periodo differente, a causa di condizioni di mercato mutate o di nuove dinamiche di gioco (nelle competizioni sportive possono cambiare regolamenti, stili di gioco, ecc.).

Per valutare la stabilità dei parametri, è utile suddividere i dati in più segmenti temporali e testare la strategia su ciascuno di essi.


Il passaggio dai test diagnostici in ambito medico ai sistemi di previsione per lo sport trading potrebbe sembrare ardito, ma la logica matematica e statistica che sostiene questi concetti è la medesima.

Sensibilità e specificità diventano gli indicatori centrali per misurare la capacità di una strategia di individuare i segnali di profitto (evitando segnali ingannevoli).

Analogamente, PPV e NPV ci raccontano dell’affidabilità complessiva di quelle segnalazioni e di quelle esclusioni.

Per costruire un metodo robusto di sport trading occorre:

  1. Conoscere e calcolare parametri statistici: non fermarsi a valutazioni superficiali, ma quantificare esattamente quanti profitti il modello “vede” e quanti ne evita di falsi.

  2. Effettuare un backtest approfondito: testare la strategia su dati storici significativi e variegati, per verificarne la stabilità.

  3. Bilanciare sensibilità e specificità: una strategia troppo “inclusiva” rischia di generare molte perdite (falsi profitti), mentre una troppo “esclusiva” potrebbe perdere occasioni di guadagno reali.

  4. Evitare l’overfitting: il modello deve generalizzare, non imparare a memoria un pattern irripetibile.


I veri sport trader e match analyst continuano a raffinare i test diagnostici per minimizzare errori e massimizzare l’affidabilità.

Nel mondo dello sport trading la ricerca costante di validazione statistica e l’uso di metodologie rigorose di testing rappresentano la vera differenza tra un sistema casuale e una strategia professionale e profittevole.

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