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JET LAG: UNA METRICA CRUCIALE PER L'ANALISI DELLE QUOTE DI VALORE

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Perché il Jet Lag incide su una quota?

Il jet lag – o sindrome da fuso orario – è un’alterazione dei ritmi circadiani che si verifica quando si attraversano rapidamente più fusi orari in aereo.

In ambito sportivo, viene distinta la semplice fatica da viaggio (spostamenti nord-sud o entro 2-3 fusi orari) dal vero e proprio jet lag, che insorge quando si attraversano tre o più fusi orari. Questa condizione provoca sintomi come insonnia, stanchezza, calo di concentrazione e alterazioni dell’appetito, dovuti allo sfasamento tra l’“orologio interno” dell’atleta e l’orario locale di gara.

Un principio chiave è che viaggiare verso est è più penalizzante che viaggiare verso ovest, poiché accorcia il giorno percepito e richiede più tempo di adattamento.

In genere, occorrono circa 0,5-1 giorni di acclimatazione per ogni fuso orario attraversato prima che l’organismo ritrovi il suo equilibrio.

Per un calciatore professionista, soprattutto a livello internazionale, questi effetti sono altamente rilevanti.

Nelle competizioni odierne è frequente affrontare trasferte intercontinentali in tempi ristretti (ad esempio tournée estive o impegni con la nazionale).

Senza un adeguato recupero, il jet lag può diventare una “mina vagante” per la performance dell’atleta, influenzando negativamente parametri fisici (energia, resistenza) e mentali (reattività, lucidità decisionale).

Per il match analyst e lo sport trader esperto, quindi, il jet lag è una variabile da tenere in seria considerazione in fase di analisi pre-partita.


Effetti del jet lag sulle prestazioni fisiche e tecniche

Studi scientifici hanno analizzato l’impatto concreto del jet lag sulle prestazioni nel calcio e in altri sport di alto livello.

Una ricerca condotta sul Mondiale FIFA 2018 – disputato in Russia, paese con diversi fusi orari – ha evidenziato che le squadre che viaggiavano verso est per raggiungere il luogo della partita registravano performance atletiche inferiori rispetto a quelle che non cambiavano fuso o che viaggiavano verso ovest.


In particolare, i giocatori reduci da voli verso est hanno coperto meno distanza totale in campo e completato un numero minore di passaggi, con effetti negativi anche sul rendimento complessivo delle squadre (posizionamento finale nel torneo).

Al contrario, spostarsi verso ovest (o giocare senza cambio di fuso) è risultato associato a performance significativamente migliori su questi indicatori.


Questi dati confermano come l’orientamento del viaggio influisca sul livello di gioco: il mis-match circadiano è maggiore volando ad est, causando più fatica residua.

Tali evidenze sono in linea con studi su altre discipline.


Un chiaro esempio lo vediamo analizzando l'NBA: infatti degli studi hanno mostrato un calo della percentuale di vittorie quando le squadre giocano dopo aver volato verso est, mentre l’effetto opposto (meno marcato) si ha verso ovest.

Allo stesso modo, un ampio studio multisport ha rilevato un calo di performance (minor accuratezza al tiro, minore intensità difensiva, ecc.) ogni volta che si attraversano vari fusi orari, indipendentemente dalla direzione.


Va notato però che in contesti con spostamenti più brevi l’effetto può diluirsi: un’analisi sulle trasferte in MLS (USA) dal 1996 al 2019, per esempio, non ha trovato differenze statisticamente significative nel tasso di vittorie in trasferta per squadre che attraversavano una, due o tre time zone rispetto a quelle che giocavano nello stesso fuso.


Ciò suggerisce che altri fattori (qualità della squadra, logistica, tempo di adattamento) possano mitigare o mascherare l’impatto del jet lag in alcuni contesti.

Ricordiamo però che, quando i cambi di fuso sono ampi e i tempi di recupero ridotti (come nei tornei internazionali o nelle coppe intercontinentali), gli effetti negativi del jet lag tendono ad emergere in modo più netto.


Dal punto di vista fisiologico, il jet lag può tradursi in ridotta qualità del sonno e livelli di energia più bassi, minore coordinazione neuro-muscolare e perfino alterazioni metaboliche temporanee.

Se accumulato su più viaggi ravvicinati, questo stress può causare fatica cronica da viaggio, influenzando la condizione atletica lungo l’arco della stagione.

Non a caso, club e nazionali adottano contromisure: pianificazione oculata delle trasferte, arrivo con largo anticipo per adattarsi al fuso, utilizzo di melatonina e esposizione programmata alla luce per risincronizzare il ritmo sonno-veglia. Tutto ciò nel tentativo di minimizzare il calo prestativo dovuto ai viaggi.


Jet lag e risultati a sorpresa

Per concretizzare l’impatto del jet lag, esaminiamo due casi emblematici in cui la componente “fuso orario” ha contribuito a ribaltare le previsioni:

  • River Plate vs Al Ain, Mondiale per Club 2018

    I campioni sudamericani del River Plate affrontano i semi-sconosciuti emiratini dell’Al Ain nella semifinale del FIFA Club World Cup 2018.

    Sulla carta, il divario tecnico è enorme e River è nettamente favorito.

    Tuttavia, la squadra argentina arriva a questa sfida dopo un periodo convulso: ha appena vinto la Copa Libertadores in una finale giocata in Europa (a Madrid) e pochi giorni dopo vola negli Emirati Arabi, attraversando molti fusi orari, con tempo limitato per acclimatarsi.

    In partita, River appare sottotono e soffre oltre il previsto: dopo il 2-2 nei supplementari, viene sorprendentemente eliminato ai rigori dall’Al Ain.

    È un risultato shock (“heavy favourites” sconfitti da una squadra locale) e molti osservatori hanno indicato nella fatica da viaggio e nel jet lag una delle concause del rendimento al di sotto degli standard del River.

    L’Al Ain, squadra ospitante, ha potuto giocare nel proprio fuso orario abituale, mentre il River ha pagato il viaggio intercontinentale compiuto appena pochi giorni prima.

    Questo esempio illustra come un lungo volo e l’adattamento incompleto al fuso possano livellare i valori in campo, creando opportunità di upset che i trader più attenti potevano anticipare.


  • Real Madrid e il Mondiale per Club 2016 in Giappone

    Anche le big europee possono risentire del jet lag.

    Nel 2016 il Real Madrid vola a Yokohama, in Giappone, per disputare il Mondiale per Club. Dopo un viaggio di 13 ore (dalla Spagna al Giappone, +8 fusi orari), gli stessi giocatori e tecnici ammettono le difficoltà: “Stiamo lottando contro gli effetti del jet lag... io, per esempio, mi sento distrutto” ha dichiarato l’allenatore Zinedine Zidane al suo arrivo.

    Il terzino Marcelo aggiunge “Non sono riuscito a dormire”, segno di un adattamento incompleto. In campo, il Real appare insolitamente lento e sonnolento nella semifinale contro il Club América (Messico): la squadra di Zidane vince 2-0, ma con una prestazione definita “apática e sotto ritmo” dalla stampa, in cui i Blancos hanno faticato a imporsi.

    In finale, poi, il Real ha dovuto faticare oltre il previsto contro i giapponesi del Kashima Antlers, trascinando la gara ai tempi supplementari prima di prevalere. Anche se alla fine i valori tecnici hanno parlato, il caso evidenzia come il jet lag possa temporaneamente affievolire la superiorità di una squadra blasonata.


    Per un analista, sapere che il Real aveva appena attraversato mezzo mondo in pochi giorni era un segnale importante: le quote pre-partita potevano essere leggermente sopravvalutate a favore degli spagnoli, e un trader informato avrebbe potuto ponderare un rischio di partita più equilibrata del previsto.


Implicazioni per il betting e l’exchange trading

Dal punto di vista di chi opera nel trading sportivo, incorporare il fattore jet lag nell’analisi può offrire un vantaggio informativo.


Questo parametro influenza in maniera significativa le decisioni pre-gara e in tempo reale:

  • Analisi pre-match: Sapere che una squadra ha affrontato un lungo viaggio intercontinentale (magari 5-7 fusi orari) pochi giorni prima di una partita può portare a rivalutare le probabilità.

    Una squadra favorita ma reduce da jet lag potrebbe non dominare come al solito nei minuti iniziali o calare nell’ultima parte di gara.

    Il trader esperto potrebbe quindi aggiustare il proprio modello: ad esempio, scommettere su handicap meno ampi per la favorita, considerare l’under sui gol (se ci si aspetta minor intensità offensiva), oppure dare più chance alla squadra sfavorita di ottenere un risultato positivo.

    Le statistiche storiche aiutano a quantificare questo effetto: squadre viaggiatrici verso est tendono a rendere meno, quindi le quote dovrebbero riflettere quel piccolo deficit atteso.

    Se il mercato non lo ha già scontato, c’è margine per piazzare bet di valore anticipando un possibile “effetto jet lag”.


  • Trading in-play: Durante la partita, il match analyst-trader osserva segnali di stanchezza o cali di ritmo della squadra reduce da viaggio.

    Spesso il calo fisico emerge nel secondo tempo, quando le riserve energetiche si esauriscono più rapidamente nei giocatori jet-lagged.

    In scenari del genere, un trader potrebbe decidere di punire live la squadra in difficoltà: ad esempio bancare (lay) la squadra favorita se mostra segnali di cedimento fisico, oppure puntare su un gol della squadra avversaria negli ultimi minuti.

    Un caso tipico è quando la squadra in trasferta (con lungo viaggio alle spalle) magari regge il primo tempo, ma inizia a perdere lucidità verso il 60°-70° minuto: in tempo reale, cogliere quel momento permette di aggiustare le posizioni di trading (chiudere eventuali puntate favorevoli alla squadra stanca, o addirittura invertire puntando contro di essa).

    Inoltre, informazioni come il giorno di arrivo della squadra ospite possono orientare decisioni live: se si sa che hanno optato di arrivare all’ultimo momento, è probabile che soffrano maggiormente nel finale.

    Al contrario, una squadra che ha anticipato l’arrivo di diversi giorni può aver già smaltito il jet lag, riducendo questo specifico rischio.


Possiamo quindi affermare che l’edge informativo per il trader sta nell’integrare dati sulla logistica dei team: chilometri percorsi, fusi orari attraversati, giorni di recupero disponibili, ecc.

Queste metriche, incrociate con l’esperienza storica (risultati passati in condizioni simili), consentono di elaborare strategie per trovare valore nelle quote.


I calendari sono sempre più fitti ed il calcio si sta allargando anche a mercati extra europei, il jet lag è diventato quindi un fattore chiave da monitorare nell’analisi sportiva.

Incorporare il jet lag come metrica di valutazione permette di spiegare certi cali di performance e, soprattutto per i bettors e trader professionisti, di anticipare situazioni di valore nelle quote.

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