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MATCH ANALYSIS: IL MODELLO PRESTATIVO NEL CALCIO



Il Football analyst è il nuovo professionista del pianeta calcio.

Il Football analyst, è il custode di migliaia di informazioni che vengono elaborate per produrre risultati di valore e modelli prestativi.

L'importanza del lavoro svolto dai Football analyst nel calcio contemporaneo emerge chiaramente dall'intervista rilasciata dal grande, José Mourinho, al termine di un noto match contro l'Atalanta.

Le parole dello Special One sottolineano il riconoscimento verso i suoi analisti: "Prima di tutto voglio ringraziare i miei analisti. Hanno svolto un lavoro eccezionale che ha permesso alla mia squadra di scendere in campo nel modo migliore possibile".

Un elogio che evidenzia il ruolo cruciale dei Football analyst nel plasmare le strategie e le performance delle squadre nel calcio moderno.


Perchè per un analista sportivo è importante conoscere il concetto di modello prestativo nel calcio?

Spesso, negli stadi di calcio, l’allenatore afferma che il suo “radar” lo aiuta sempre ad analizzare la partita anche dal punto di vista delle prestazioni fisiche.

Cerchiamo di capire però quale è la differenza nell’analisi della partita tra l’allenatore e il preparatore atletico.

In questo approfondimento, analizziamo il punto di vista dell’allenatore sul modello prestativo.


Il target del lavoro di ‘’ricerca’’ sul modello prestativo nel calcio è stato di elaborare dati della categoria Juniores.

Nella prima parte si inizierà ad illustrare l’utilità di analizzare e di trovare un modello prestativo di riferimento.


L'analisi ha la finalità di dimostrare come i dati derivanti dalla gara siano effettivamente spendibili e utilizzabili dallo staff tecnico per migliorare alcuni aspetti essenziali in campo.

L’obiettivo è quindi di programmare l’allenamento settimanale in base alle prestazioni registrate nel modello, per dare forma all'analisi post-gara ed alle future sessioni di allenamento.


Vogliamo citare una frase tratta dal libro di Carlo Ancellotti:

“Conosco allenatori che tutt’ora si ostinano a ignorare i numeri forniti dal team che raccoglie dati, ma prima o poi dovranno cedere“



Cosa rappresenta per noi il modello prestativo nel calcio?

Secondo il nostro punto di vista, il modello prestativo nel calcio parte dalla definizione del modello di gioco.

Questo, tuttavia, non è il sistema di gioco o il modulo, ma il risultato della sommatoria di molti aspetti che contribuiscono alla sua costruzione.

Tra questi vi sono la struttura spaziale del sistema, la funzione, le caratteristiche, le capacità e le potenzialità dei giocatori, il contesto nel quale si lavora, gli obiettivi, i principi e i mezzi nelle sottofasi di gioco, la strategia operativa, le giocate a palla inattiva e la pianificazione e metodologia di allenamento.


Modello di prestazione nel calcio: che sistema di gioco utilizziamo?

Nel nostro esempio il sistema di gioco di base utilizzato durante la stagione è stato il 4-3-3 per 11 volte, il 4-2-3-1 per 5 volte e il 4-4-2 per 2 volte.

In tutte le partite, almeno 5 giocatori hanno giocato per 90 minuti.

La squadra ha giocato su un campo sintetico per 12 volte e su campi di dimensioni “regolari” per 14 volte.


Parliamo della fase di possesso nel modello di prestazione della squadra

Nella fase di possesso, abbiamo optato per una struttura bassa con terzini spinti, esterni che usano il piede non predominante e una predilezione per un gioco basato sul controllo territoriale.


Questa scelta è stata favorita rispetto all'approccio offensivo diretto, concentrandosi soprattutto sui giocatori esterni per sfruttare la superiorità numerica generata dai terzini.


Nella fase di "non possesso" invece?

Quando si tratta della fase di "non possesso", abbiamo richiesto il rientro dei due attaccanti esterni al di sotto della linea della palla, posizionandosi sulla stessa linea dei tre centrocampisti nel modulo 4-3-3.

In alternativa, durante l'utilizzo di altri schemi di gioco, gli attaccanti esterni dovevano fare il doppio compito di supportare i terzini.

Con il 4-3-3, abbiamo anche chiesto alle mezze ali di rientrare a supporto dei terzini, cercando di indirizzare l'attacco avversario verso l'esterno.

Le stesse direttive sono state seguite con altri schemi di gioco, ma con l'aggiunta che il raddoppio era compito degli esterni offensivi, mentre i centrocampisti centrali dovevano esercitare pressione e guadagnare tempo.

Per la difesa quando la palla è libera, abbiamo impostato l'ordine di retrocedere fino ai 25 metri e poi decidere le azioni da intraprendere fino all'area di rigore, dove era richiesto un intervento più deciso.

La difesa durante le palle inattive era di tipo misto.

L'analisi di questi continui dettagli tattici e delle situazioni contingenti durante il gioco genera dati meccanici che, una volta esaminati, forniscono un profilo individuale del calciatore e un modello medio di prestazione della squadra, variabile da partita a partita.


Analisi del modello di prestazione nel calcio: le dinamiche in partita.

Quando esaminiamo il modello di prestazione nel calcio, è cruciale comprendere gli eventi che si verificano durante la partita, con particolare attenzione agli aspetti fisici.

Approfondiamo le richieste metaboliche e neuromuscolari emerse nell'analisi della squadra presa in considerazione.


Qual è stato l’impegno metabolico della squadra?

In merito all'impegno metabolico nel nostro modello di prestazione calcistica, suddividendo i dati tra primo e secondo tempo, ci focalizziamo sui parametri chiave, come evidenziato nelle figure 1 e 2.

La potenza metabolica media (POT MEDIA) rappresenta il prodotto del costo energetico per la velocità, che è stato di 10,3 W/kg nel primo tempo, rispetto ai 9,4 W/Kg registrati nel secondo tempo.

Da notare anche la percentuale di azioni intense sopra alla VAM (%W>intense), che è stata del 23,1% nel primo tempo e del 22,8% nel secondo tempo.


Per quanto riguarda l'impegno neuromuscolare nel nostro modello di prestazione calcistica, i carichi registrati sono stati del 11,3% e 9,8%, 10,8% e 9,2%, 16,7% e 15,2%, 2,4% e 2,1%, rispettivamente nel primo e nel secondo tempo.

Questi includono accelerazioni, decelerazioni, cambi di direzione/minuto superiori a 30° (CdD/min >30°) e cambi di direzione/minuto intensi (CdD/mw>VAM).

Inoltre, il tempo di recupero passivo al minuto (Tr pass/minuto) è stato misurato a 17,7s nel primo tempo e 18,8s nel secondo tempo.

Figura 1: Andamento di alcuni parametri del match nel 1° e nel 2° tempo


Figura 2: Andamento di alcuni parametri del match nel 1° e nel 2° tempo


Analisi del primo e secondo tempo

Attraverso il modello prestativo abbiamo potuto valutare in maniera minuziosa le differenze tra primo e secondo tempo.

In particolare, abbiamo notato che nel secondo tempo i valori sono più bassi, con un calo netto della potenza metabolica media del -8,7% e di altri parametri (figura 3).

Il carico neuromuscolare, formato da accelerazioni e decelerazioni, risulta ridotto tra primo e secondo tempo rispettivamente del -1,5% e -1,6%.

I CdD/min calano fino al -9,0% e il numero delle azioni intense fino al -16,0% (figura 4).

Gli unici parametri che aumentano sono i CdD/m intensi (+14%) e il Tr/passivo che aumenta fino al +20%

fig. 3 Differenze tra i parametri tra primo e secondo tempo

fig. 4 Differenze tra i parametri tra primo e secondo tempo


Le pause: quanto hanno importanza in un match?

L'esame del tempo di recupero passivo nel modello di prestazione nel calcio potrebbe svelare variazioni nel modo in cui i giocatori hanno gestito la corsa durante il secondo tempo, anche se la distanza percorsa potrebbe essere stata inferiore.

Potrebbero aver optato per un approccio meno intensivo (un fattore da valutare attentamente considerando il tempo effettivo di gioco) e aver preso più frequenti pause di recupero.

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